
Nessun pittore è stato mai
così nobile e gioioso
ad un tempo,
nessun artista ha mai
colto più intenso piacere del vivere
Henry James

Il Restauro
Dal 9 marzo 2018, dopo un accurato restauro durato quattro anni, ritorna visibile in tutto il suo splendore il ciclo Cuccina dipinto attorno al 1571 da Paolo Veronese, e conservato dal 1746 presso la Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda in Germania. Il ciclo composto da quattro teleri (La famiglia Cuccina presentata alla Vergine, Adorazione dei Magi, Nozze di Cana, Andata al Calvario) fu commissionato dalla famiglia bergamasca dei Cuccina, che stabilitasi a Venezia nella seconda metà del Cinquecento adornò con questi dipinti il magnifico palazzo sul Canal Grande, ora Tiepolo Papadopoli e sede di un prestigioso ed esclusivo albergo 5 stelle scelto da George Clooney per le nozze nel 2014.


Il Progetto
L’associazione culturale Ispirazione di Romano d’Ezzelino, nata in seno all’agenzia di comunicazione Italiana Strategie per sviluppare progetti culturali inerenti alla storia del costume, è stata contattata dall’importante istituzione della Sassonia per sviluppare per l’esposizione due degli abiti raffigurati nelle tele, in particolare nell’opera La famiglia Cuccina presentata alla Vergine, dove è ritratta la committenza del ciclo. Il progetto si basa sulla ricostruzione dell’abito indossato dal personaggio femminile identificato come Zuanna di Mutti e il personaggio maschile identificato come Antonio Cuccina. Non potendo per motivi di spazio, includere gli abiti nel percorso espositivo, le vesti sono visibili sotto forma di un video che ha come oggetto la vestizione dell’uomo e della donna ed è incluso in un’elaborazione digitale del dipinto, completata da contenuti multimediali accessibili in modalità touch screen a cura della facoltà d’informatica dell’università di Dresda.
Il Corredo
La meticolosa ricostruzione delle vesti è a cura di Michele Vello che, coadiuvato dalla consulenza della dottoressa Chiara Zilio, studiosa della storia del tessuto e del costume, collaboratrice esterna presso il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume di Palazzo Mocenigo a Venezia, ha realizzato l’intero corredo di oltre 30 pezzi. Uno straordinario lavoro sartoriale e di ricerca durato oltre quattro mesi, con l’ausilio del taglio storico per ricostruire il garbo dell’epoca e dare ai visitatori dell’esposizione la corretta chiave di lettura per capire le vesti e l’elaborata vestizione del Cinquecento. Un filo sottile lega l’opera, la committenza e gli abiti ricostruiti, infatti, i Cuccina furono una delle famiglie più in vista della cittadinanza veneziana dell’epoca, e la base della loro ricchezza fu la produzione e commercializzazione di tessuti e ben presto seppero imparentarsi con la famiglia di Mutti, che deteneva – insieme con i Cornovì dalla Vecchia – il monopolio dell’importazione della cocciniglia dal Messico per la tintura dei tessili, incrementando ulteriormente la loro fortuna.


Zuanna di Mutti, la vestizione della donna nel Cinquecento
L'Alfabeto di un'Opera
Scopri tutti i segreti del progetto di ricostruzione degli abiti dell'opera di Paolo Veronese a cura dell'associazione culturale Ispirazione!

L'abito indossato da Zuanna è un tipico esempio di veste usata a Venezia, che si contraddistingue dall'ampia apertura frontale

Le braghesse alla sivigliana indossate d'Antonio sono contraddistinte dalle lunghe fasce laterali e dal braghetto, sorta di marsupio che chiude frontalmente l'indumento

La camicia di pulizia dal taglio geometrico è confezionata in lino, chiusa da lacci sul collo e sui polsi

L'opera di Paolo Veronese si trova a Dresda presso la Gemäldegalerie Alte Meister, esattamente nella parete in basso a destra

Dodici persone: 1 sarto, 5 consulenti, 2 figuranti, 1 addetto acconciature e make up, 1 fotografo, 1 cineoperatore, 1 assistente di studio

Quattordici generose persone: contessa Caroline Emo, Maichael Rigo, Mariarosa Battan, Annamaria Baraldo, Isabella Bariani, Nicoletta Bertin, Beatrice Cantilena, Arianna Lovato, Alessandra Massignani, Francesca Massignani, Barbara Melato, Lucia Olivan, Martina Pilot, Cristina Sbardellini.

Il giubbone è la giacca del Cinquecento, corta e attillata in vita con l'imbottitura sul davanti chiamata a Venezia panseron

L'uomo del Cinquecento portava l'onor del mento, così definita in modo poetico la folta barba, che se lunga e a punta poteva essere chiamata cathedral beard

Nel Cinquecento uomini e donne usano (scarsamente) l'intimo fatto in lino bianco

Il kirtle, termine difficilmente traducibile in italiano, è una sopraveste con il busto incorporato, irrigidito da stecche di legno

Il Ricordo
La dottoressa Christine Follmann, storica dell’arte che lavora presso la Gemäldegalerie Alte Meister è stata il tramite per l’ottimale realizzazione del progetto, documentando di volta in volta lo stato di avanzamento del restauro e trasmettendo gli studi maturati a Venezia, borsista post-doc presso il Centro Tedesco di Studi Veneziani di Palazzo Barbarigo della Terrazza, per approfondire il lavoro di ricerca e documentazione.
La realizzazione degli abiti dei Cuccina non è solo il semplice contenuto educativo di un’esposizione che corona quattro anni di restauro di un ciclo pittorico di uno dei maestri della pittura del Cinquecento, ma anche un’importante occasione per approfondire la storia nel costume insita nell’opera di Paolo Veronese e virtualmente, riallacciare il filo di una storia che parte dal Veneto a Venezia, città dove è nata la fortuna dei Cuccina, città dove è stato dipinto il ciclo che da marzo a giugno 2018 è stato protagonista dell’esposizione alla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda.


I Donatori
Il progetto culturale è stato realizzato
grazie al generoso contributo di
Contessa CAROLINE EMO
MAICHAEL RIGO e famiglia
MARIAROSA BATTAN
CNA Pensionati - Treviso
GUIDE TURISTICHE
DELLA CITTÀ DI VENEZIA
E DELLA REGIONE VENETO
Annamaria Baraldo, Isabella Bariani, Nicoletta Bertin,
Beatrice Cantilena, Arianna Lovato, Alessandra Massignani,
Francesca Massignani, Barbara Melato,
Lucia Olivan, Martina Pilot,
Cristina Sbardellini
